Nel maggio 2006 Biscardi rimase coinvolto nello scandalo successivamente denominato Calciopoli, in quanto furono intercettate comunicazioni telefoniche fra lui e il principale inquisito, Luciano Moggi (all'epoca direttore generale della Juventus), in cui Moggi gli diceva cosa dire o non dire in trasmissione[8][9][10] (oltre a fargli manipolare la moviola[11]). In una telefonata Moggi gli rinfacciava di avergli dato un orologio del valore di 40 milioni di lire (circa 20.000 euro); intervistato per Striscia la notizia da Valerio Staffelli, che gli consegnava un "tapiro d'Oro", Biscardi smentì che quello fosse il valore e sostenne che si trattava di un orologio celebrativo del centenario della fondazione della squadra bianconera.[12]
Se il contenuto delle telefonate con Luciano Moggi non ebbe, quanto a Biscardi, rilevanza penale, lo ebbe però a livello disciplinare: nel settembre 2006, l'Ordine dei giornalisti gli inflisse una sospensione di sei mesi (insieme a Lamberto Sposini e Franco Melli).[13] In aperta polemica con l'Ordine, Biscardi decise di non confermare più l'iscrizione all'albo dei giornalisti (30 ottobre 2006).[14] Malgrado l'uscita dall'Ordine, Biscardi si definisce "giornalista di televisione".[1] Il programma che conduce è però stato definito giudiziariamente, dalla Corte di cassazione in merito a procedimenti di querela, come "non giornalistico".